mercoledì 9 luglio 2014

Ora di uscire


Racconto di Paolo Parigi


 
Labbra carnose ma non di gomma. Capelli viola, nuca da accarezzare anche solo con lo sguardo. Gli occhi un momento ti fissavano e subito dopo si posavano altrove tracciando una scia luminosa. 

Si era appena adagiata sul divano. Lui si sedette sulla poltrona di fronte. Musica. Il pianoforte cubista di Lennie Tristano avrebbe creato il suono giusto. Turkish Mambo, che non è un mambo. Un mambo vero e proprio non sarebbe stato adatto alla situazione. 


La fissava in silenzio. Anche lei, senza dire nulla, lo guardava. 
Belle ginocchia. Le sollevò. Stava per cominciare. 

Era venerdì sera. Ed era innamorato.
Lei si sfilò il vestito. Sotto il vestito niente. Cagate anni '80. C'era tutto invece, tutto quello che lui aveva sperato di vedere: un cuore. Un'icona scarabocchiata con tratto infantile sulla pancia. Promessa mantenuta. Il venerdì precedente le aveva chiesto di preparargli qualcosa di speciale. 

Il momento della spaccata eseguita frontalmente: l'attesa era tutta infilata in quell'attimo. Un minuto e sarebbe arrivata, lo sapeva. Turkish Mambo procedeva, sovraincisioni di tempi pari e dispari ingranati in un meccanismo perfetto. 
Il gesto giunse allo sfumare del brano, sulla cuspide del desiderio. Il cuore disegnato sulla pelle come punto di convergenza delle linee di fuga disegnate dalle gambe tese. 
Finito lì.

Chissà cosa avrebbe detto Brunelleschi di una scena così prospetticamente corretta.  
Quando pensava ai geni del passato non poteva fare a meno di immaginarli nella loro quotidianità, con gli abiti sporchi e le latrine nei cortili, tuttavia capaci di creare l'impossibile.

Nel frattempo lei era diventata una qualunque. La guardava senza più vederla. 

Dopo qualche minuto riprese a osservarla. 
Registrò per la centesima volta con lo sguardo le due cicatrici che firmavano le semisfere di plastica del seno. 
Per la centesima volta l'ombelico che incideva slabbrato la carne trascurata. 
Per la centesima volta gli zigomi chirurgici che sembravano ematomi. 
Non l'amava più, non l'avrebbe amata più. Almeno fino all'appuntamento successivo. Nonostante i suoi occhi lo penetrassero ancora profondi.

Si sentiva vuoto. Ma per fortuna era venerdì.
Venerdì sera, si esce. 

Tolse dal giradischi il vinile di Lennie Tristano e lo sostituì con un altro. In copertina quattro ragazzi non qualunque che fissano l'obiettivo. Il celebre album triplo col titolo militante esclamativo.
La puntina su Police on my back 
Si mise in posizione.  

La sirena di Scotland Yard ululata dalla chitarra. La batteria e il basso che entrano marciando. L'altra chitarra che ribatte la sirena sull'intervallo di ottava sotto. Pelle d'oca. 
Sapeva di essere uno di quelli coi capelli grigi che ascoltano solo i dischi di quando erano piccoli.
E così, a imitare braccia all'aria Topper Headon, poi a scimmiottare un po' Paul Simonon, con le dita sul niente ma precise, perché il giro di basso lo sapeva a memoria. Ma senza riuscire a rifare la voce di Mick Jones, che prima ti accarezza e poi ti pugnala mentre Strummer, dal fondo, l'avvolge di carta vetrata. 
"I've been running Monday, Tuesday, Wednesday, Thursday, Friday...". 
Giusto, venerdì. 
Ora di uscire. Da solo. Lei sarebbe rimasta sul divano. 

Avrebbe trovato un po' dei suoi nei soliti posti. 

Come sempre avrebbero riso e bevuto. 
Come sempre, avrebbe cercato senza trovarlo lo sguardo della trentenne fanatica dei Cure ma regolare di look, che aveva detto che a Boys don't cry preferiva Friday I'm in love. 
Era la tipa che un venerdì, quando lui stava con quella che ormai era la sua ex da anni, al quarto spritz gli aveva alitato in faccia che le sarebbe piaciuto scopare con lui. Aveva detto così, usando quella parola da ragazze di una volta.  
Non lo aveva ripetuto mai più.
L'alcol non dice mai la verità. "In vino veritas" è una sciocchezza.

Spense il lettore. Il televisore era ancora acceso. 
Prima di premere il tasto rosso fece in tempo a vedere scorrere per la centesima volta sullo schermo: "Valeria Vixen è disponibile anche per serate private e feste di addio al celibato. Per informazioni: vv@erosheroines.com" 



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